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The Vibrancy of Being Human

21 Maggio – 3 Giugno, 2015

Titolo: The Vibrancy of Being Human
a cura di STEFANIA CARROZZINI
Luogo: ONISHI PROJECT
t. 212.695.8035 / info@onishiproject.com / www.onishiproject.com
521 West 26th street – New York, NY 10001
May 21 – June 3, 2015
Gallery hours: Tuesday – Saturday, 11:00 a.m. – 6:00 p.m.

Artisti
Barbara Bachner – Gültekin Bilge – Isora Caprai Candian – Carlodelli- Sam Marshall – Lord Nelson Morgan – Adriana Ramondetti – Gio Sciello – Gabrielle Shannon – Gisela Zimmerman

In una società fortemente tecnologica che ha smarrito armonia e ritmo, parlare di frequenze, di ritmo, di vibrazione come linguaggio primordiale del mondo e della vita potrebbe essere visto come discorso “new age”.
In realtà la faccenda è ben più complessa. Tutto vibra, tutto emette frequenze che, ancor prima di ogni nome, identificano l’Essere e l’essenza delle cose. Ogni cosa è collegata; le cose più piccole, sono al servizio di qualcosa di più grande. Solo a noi esseri umani le cose appaiono separate ed è per questo motivo che la comunicazione è necessaria perché tutto deve fluire così come il sangue circola nelle vene e la linfa scorre nei rami dell’albero.
E la vera comunicazione di un’opera passa da qui, perché all’origine c’è sempre la vibrazione di un pensiero. Gli occhi non bastano perché “vedere” non è sufficiente.
Anche le opere d’arte hanno un’aura. E’ l’energia del pensiero, nello spazio e nel tempo, che viaggia alla velocità della luce, che si materializza, prende corpo nell’opera, lasciando segno, traccia, sostanza. Al di là della tecnica, occorre riattivare le zone pulsanti dell’essere, perché: che cosa ci rende davvero umani se non il nostro grido di meraviglia di fronte a quella misteriosa entità che chiamiamo vita?
Ogni particella presente nel cosmo è in stato di vibrazione. Il suono, insieme alla luce che emerge dal buio, è il linguaggio del cosmo. Emerge dal silenzio quale manifestazione della vibrazione dei pianeti, dei corpi celesti e dell’aria.
Se il suono armonizzante crea, genera forme, il vuoto e il pieno, il suono non armonizzato distrugge, annulla. L’arte ha capacità ristrutturanti, anche a livello animico. Penso che possa rigenerare nell’uomo i valori sempre vivi, che conducono l’essere umano alla ricerca dell’essenza della Vita, che porta alla vera Gioia. Ognuno di noi è una corda che vibra nell’universo. Ogni essere è un suono, che lo plasma e lo identifica.
Se l’universo non è nient’altro che una forza in vibrazione, e il suono è vibrazione, si può credere che la Bibbia nella sua affermazione “in principio era il verbo” – e che il verbo-suono abbia generato tutto il creato – non sia da prendere alla leggera.
La vibrazione dell’essere umano come la riconosciamo? La sua traccia inconfondibile è un sorriso che come luce attraversa le tenebre. E cosa c’è di più autenticamente umano di un sorriso?
L’élan vital, si muove sull’asse organico–inorganico, si dipana per vie evolutive cui partecipano sia gli esseri umani sia la natura, dove la spinta creativa e la forza vitale si muovono all’unisono. E’ la corrente di vita di Bergsoniana memoria, la stessa corrente, la stessa vibrazione che scorre nelle vene creative dell’artista ma che appartiene a tutti gli esseri a manifestarsi in un pensiero, in un‘immagine, nella musica.
Occorre certamente riuscire a operare una sorta d’igiene sensoriale che oltre al senso della vista apra nuovi orizzonti percettivi. Così affinando ed evolvendo altri sensi attiveremo nuove modalità di comprensione del reale. L’arte è la porta percettiva per eccellenza, gli artisti, da sempre, ne hanno la chiave.

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