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Intuizione

12 – 23 dicembre, 2017

Titolo: Intuizione
A cura di: STEFANIA CARROZZINI

ONISHI PROJECT
521 West 26th street – New York, NY 10001.

Artisti:
Marit Geraldine Bostad, Marco Domeniconi, Muriel Hecquet, Marion Schmidtke, Annette Schreiber, Myriam Schryve, Beate Tubach, Brigitte Williams

Continuo a essere affascinata dalle dimensioni invisibili che permettono agli esseri umani di esistere, conoscere, creare e crescere. Tra queste vi è l’Intuizione.
L’intuizione è il sale della vita, ci dà gioia e fluidità, risposte immediate che rispecchiano la nostra verità interiore e i nostri veri bisogni. Proprio così: quando ci affidiamo al potere intuitivo, raggiungiamo la massima espressione di noi stessi e la realtà, pur nella sua quotidianità, si riveste di magia, si colora di sfumature diverse e si amplia di nuove prospettive. L’intuizione è il succo dell’arte in quanto l’arte è vita. E’ una facoltà che tutti possediamo, ma a cui spesso non diamo ascolto.
Possiamo affermare che l’arte pone alla base del proprio processo conoscitivo l’intuizione, la percezione diretta senza la mediazione della conoscenza discorsiva, un’esperienza che attiene più alla visione immediata rispetto al sapere che proviene dalla logica (secondo una tradizione platonica, dove le idee sono visibili solo all’intelletto).
Vi sono molti tipi di approccio al reale nella pratica artistica. Si può rimanere ancorati alle tecniche tradizionali, e ci si può lasciare guidare dall’intuizione che ci pone di fronte la necessità di esplorare nuovi territori espressivi. Intuire qualcosa significa comprendere immediatamente un concetto o certe informazioni senza un ragionamento conscio. E’ il Sé superiore che parla e ci svela la verità custodita nell’archivio cosmico. Più siamo lineari e trasparenti e più siamo in connessione con l’armonia e la luce universale; siamo in grado così di discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, quale decisione prendere e in quale direzione proseguire. Nessuno può farlo al nostro posto. L’intuizione è quando mente e cuore agiscono all’unisono per sentire che quella situazione o quella cosa sono vere. L’intuizione condensa in un istante tempo e spazio e ci costringe a essere concentrati e consapevoli del presente, del qui e ora. Il processo di conoscenza intuitiva azzera ogni sensazione d’isolamento, separazione e di giudizio sostituendoli da un senso di unità con tutta la creazione. Il processo creativo, la pratica artistica si nutrono di tutto ciò. L’intuizione non è solo una specie di lampo a ciel sereno, quell’idea luminosa che apparentemente arriva dal nulla e mette a posto tutti i pezzi di un puzzle incasinato. Sebbene possa avere questa forma, più spesso l’intuizione ha a che fare con la parte di noi stessi di cui sappiamo ben poco. Può rappresentare un cambiamento sottile e invisibile che inizia a insinuarsi nella nostra vita. La mente intuitiva è una forma d’intelligenza che va oltre la percezione ed è un dono sacro, la mente razionale è un fedele servo. Intuire, significa imparare dall’interno (dal latino in (dentro) e tuitus (guardare). Tanto più sei connesso con la tua anima, tanto più le intuizioni saranno in sincronia con te stesso. Il cuore è il centro propulsore di tutto questo. Non dobbiamo sottovalutare che viviamo in un‘epoca dove si cerca di manipolare l’essere umano espropriandolo dalle proprie emozioni, e che il processo di consapevolezza delle proprie infinite risorse può venir meno laddove un uso aberrante della tecnologia tenda a sostituirsi all’umano sentire. Seguire la propria intuizione è per un’artista una necessità irrinunciabile, e in questo l’intelletto serve a poco o a nulla sula strada della scoperta. L’intuizione è un salto di coscienza che poi si manifesta attraverso l’opera come compito dell’anima che si rivela leale nei confronti dei propri desideri. Questa volontà, quest’appetito di vita supera ogni cosa ed è costruita sulla fiducia nelle risorse infinite che abitano gli spazi della coscienza, che sono la base dell’atto creativo. L’esercizio dell’intuizione è un atto di sincerità estrema, una lente sempre trasparente che dissolve ogni dubbio, che trasforma ombre e paure in amore. Un atto etico ed estetico che si ammanta di una connotazione affettiva dove l’opera è il risultato, la testimonianza, il respiro vivente che consacra questa fiducia nella missione essenziale dell’arte nelle sue illimitate possibilità di sintesi, perché l’arte vissuta come intuizione è un cammino verso l’illuminazione spirituale.

Stefania Carrozzini

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