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Mondi inaspettati

20 giugno – 1 luglio, 2017

Titolo: Unexpected Worlds
A cura di: STEFANIA CARROZZINI

ONISHI PROJECT
t. 212.695.8035 / info@onishiproject.com / www.onishiproject.com
521 West 26th street – New York, NY 10001. Da martedì a sabato 11:00 – 18.00

Inaugurazione: giovedì 22 giugno ore 18.00 – 20.00

“Qualunque cosa stai cercando non arriverà nella forma che ti aspetti”
Haruki Murakami

L’arte si nutre di ciò che è nascosto alla vista, di ciò che genera meraviglia. Per scoprire tutta la bellezza di un mondo inaspettato fatto di creatività e d’ispirazione dobbiamo guardare attraverso lenti speciali e cercare di avere confidenza con gli abissi che ci abitano, gli errori, le contraddizioni. Quando tutto è in sintonia e in sincronia, le coincidenze sbiadiscono, anzi si annullano e ogni cosa trova il proprio posto e acquista un senso. Tutto può coesistere.
Il processo creativo ha molte similitudini con la ricerca scientifica, l’artista è simile a chi osserva nel microscopio, a chi si affaccia in un mondo imprevisto con il desiderio della scoperta. L’arte è il mezzo per esplorare queste dimensioni nascoste, portarle alla luce e dargli voce. Quello che la nostra corporeità ci preclude è preso in cura dal linguaggio creativo che ne ribalta i termini e si confronta con mondi inaspettati ampliandone i confini.
L’arte procede per simboli e metafore, per reperti visivi composti di materia concreta o illusoria, spinta dalla forza e dall’energia cosmica tra cielo e terra, tra conosciuto e sconosciuto, tra materiale e immateriale. I mondi inaspettati sono universi il cui regista è il nostro Sé che scrive sempre nuove sceneggiature, una recita affidata al nostro inconscio con le sue assurde e, solo in apparenza, illogiche storie. Quest’energia si tramuta in bisogno di verità. Il linguaggio creativo raccoglie e riconosce questa esigenza e lo articola attraverso la rappresentazione dei codici dell’opera.
C’è sempre uno scarto temporale tra ciò che s’immagina e ciò che invece si materializza, tra concetto e la sua forma. L’artista vede e prevede, ordina organizza, ma poi sa che la creazione avverrà sotto i suoi occhi, quasi preso per mano, da un’invisibile forza che lo guida. Il progetto e la scoperta incrociano i loro destini. Niente è prevedibile, niente è come appare.
La mente può essere una tavolozza, una lavagna su cui scrivere e riscrivere, attingendo al deposito delle esperienze sensoriali. Una mente si rinnova quando è curiosa, quando è attratta dal non prevedibile, da un’energia esistenziale allo stato puro.
I mondi imprevisti e inaspettati presuppongono un disorientamento, dove le cose assurgono a un nuovo modo di essere. In questi territori diventiamo curiosi, affiniamo le nostre facoltà creative sensibili e vitali, come una fonte che ci rafforza di continuo.
La rigenerazione passa dunque attraverso ciò che non è ipotizzabile; è un luogo senza difese, dove ci si arrende, si è nudi, dove si sbaglia, si sperimenta, si rischia. In quest’affaccio all’infinito smisurato, possiamo solo aprirci con eleganza naturale al mondo inaspettato che solo l’arte può spiegare. Il tempo dell’arte è il tempo dell’ignoto, è segnato da un prima e un dopo, che va al di là dell’ordinario e del conosciuto. Le immagini emergono e quasi chiedono di essere inseguite, si formano universi che determinano nuovi livelli di coscienza e di realtà, flirtando con il caos, avventurandosi senza paura in quei territori dove tutto può ancora accadere.
Il pensiero dell’arte che abbraccia la vita non può prescindere quindi dal senso di stupore e di meraviglia, dove l’imprevisto non è percepito come un ostacolo, ma come infinita possibilità dell’immaginazione di creare mondi, mondi inaspettati.

Stefania Carrozzini

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