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Tenderness

Titolo: The Vibrancy of Being Human
a cura di STEFANIA CARROZZINI
Luogo:
ONISHI PROJECT
t. 212.695.8035 / info@onishiproject.com / www.onishiproject.com
521 West 26th street – New York, NY 10001
Novembre 17 – 28, 2015
Gallery hours: Tuesday – Saturday, 11:00 a.m. – 6:00 p.m.

Artisti
Barbara Bachner / Adriana Collovati / Karin Chan / Rosslyn Duncan / Barbara Knuth Lord Nelson Morgan / Roberto Ottino / Paolo Nicola Rossini/ Gio Sciello

“Papa Bergoglio in un suo recente discorso ha detto che non bisogna avere paura della tenerezza, che il Pianeta deve essere trattato con tenerezza e che la tenerezza è rivoluzionaria. Ma che cos’è in realtà la tenerezza? Innanzitutto occorre dire che la tenerezza non è mera emozione ed eccitazione del sentimento nei confronti dell’altro, il prodotto di una soggettività male inserita. La tenerezza nasce quando l’Ego si mette da parte, il Sè si riconosce nell’altro, diventa l’altro. E’ sempre un ponte e mai un muro. E’ l’opposto del dio Narciso, per cui il soggetto non vede più se stesso nello specchio, ma si accorge in modo chiaro e preciso chi è l’altro. E lo ama per quello che è. E’ il mezzo più elevato di conoscenza. Ci definisce veramente umani, partecipi del destino della creazione. Tenerezza quindi non fa rima con effemminatezza. E a proposito di rivoluzionari c’è anche una dichiarazione di Che Guevara che può ispirare: “Dobbiamo indurirci senza mai perdere la tenerezza”.

Nel dizionario Tenerezza è sinonimo di dolcezza, delicatezza, morbidezza flessibilità, un sentimento insomma di dolce commozione. E’ una caratteristica tipica dell’infanzia che poi nel tempo, lascia il posto ad altri atteggiamenti ritenuti più consoni e funzionali all’età adulta. In realtà spesso ci s’imbarca in un viaggio che ha perso di vista l’origine e la meta, perché la dimensione della tenerezza è la nostra vera casa. Forse solo agli artisti è concesso di ritornare bambini. Sul “Pianeta della Tenerezza” non ci sono limiti e confini, spazi angusti che opprimono l’anima, perché la visuale è ampia. I corpi fluttuano nell’aria dove la comunicazione è musica. Come ci ricorda Khalil Gibran, “La tenerezza e la gentilezza non sono segni di debolezza e di disperazione, bensì manifestazioni di forza e determinazione”. Solo chi è forte può esprimere tenerezza, ed è molto difficile quando si ha paura dei propri sentimenti mettere a nudo la propria interiorità.

La distinzione che fa Blaise Pascal, ci aiuta bene a capire la tenerezza: distingue l“esprit de finesse” dall’“esprit de géométrie”. L’esprit de finesse è lo spirito di finezza, sensibilità, cura e tenerezza. Lo spirito non solo pensa e ragiona. Va oltre, perché aggiunge la capacità di sentire profondamente. Da qui nasce l’arte, la creatività, e tutti quei valori per i quali vale davvero la pena di vivere, di usare tempo ed energie. L’esprit de géométrie è lo spirito del potere. E dove c’è desiderio esclusivo di potere non c’è tenerezza né amore. La nostra è una cultura “geometrica”, con un grande accumulo d’informazione ma di poca saggezza, con troppi dispositivi distruttivi, mostrati dai media, da una comunicazione alterata che ha lo scopo di alimentare negatività e che ci allontana dalla nostra vera natura. La vita e l’amore possono essere fragili. C’è un solo potere invincibile, un unico nutrimento che ci salva ed è quello della tenerezza.

Stefania Carrozzini

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