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Nothing Is Big Or Small For The Universe

7 Settembre – 20 Settembre, 2013

A cura di Stefania Carrozzini

PALAZZO BUFALINI, SALE DEL QUADRILATERO
Piazza G. Matteotti 4, 06012, CITTA’ DI CASTELLO (PG)
Orari di apertura:
Da lunedì a domenica
ore 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00

INAUGURAZIONE: SABATO 7 SETTEMBRE, 0RE 18:00

Artisti:
Barbara Bachner, Rosaspina Buscarino Canosburi, Stefania Capobianco, Pino Chimenti, Amy Cohen Banker, Nathalie Detsch Southworth, Tamar Hirschl, Susi Lamarca, Don Lisy, Chiara Maresca, Mona Moein Ansari, Tina Parotti, Giampiero Reverberi, Beatrice Sancassani, Aleks Whyte, Susi Zucchi.

Questa mostra non riguarda solamente le rappresentazioni del cosmo, ma tratta l’immaginario relativo all’infinito, al micro e al macrocosmo, proponendo metafore e simboli che gli artisti, con diversi mezzi espressivi hanno elaborato, spaziando con la propria visione dinamica oltre le consuete letture sull’argomento.
Di tutte le idee che l’intelletto può pensare l’Idea di Universo è fra quelle che più ci sconcertano. Tale idea implica il concetto d’infinito e al tempo stesso comprende il nostro limite, la nostra finitezza. Nulla è piccolo o grande per l’Universo: cosa significa?
Significa che secondo le leggi universali la scintilla della creazione, la volontà suprema di determinare e materializzare l’essere non si pone certamente questioni di gerarchia o di valore perché tutto l’esistente va in un’unica direzione e che abitare sotto lo stesso cielo vuol dire essere incastonati in una stessa sorte, di cui, per parte nostra, siamo responsabili.
Atomo e cellula sono creati con gli stessi principi con cui si regge l’armonia universale. La parola chiave: è attrazione. Perché nell’atomo le particelle si attraggono? Quali sono queste misteriose forze che nel piccolo come nel grande tengono uniti il tutto? In Natura niente accade che non sia in rapporto con l’insieme. La corrispondenza micro e macro cosmo è stata una pietra angolare della scienza, ma sappiamo che la scienza non si pone domande, analizza e prende atto dei fenomeni.
La vastità del cielo, il vuoto, il pullulare atomizzato delle forme, suscitano negli artisti una straordinaria meraviglia e le vie della comunicazione che l’energia creatrice ha per manifestare tutta la sua forza e il suo essere sono infinite. Gli artisti trasmettono tali idee e al di là di ogni stile e di ogni epoca, l’universo rimane la pietra di paragone del loro immaginario.
Sostanza primordiale di tutti i corpi cosmici, la creatività come l’universo ha un’infinita espansione.
Consente di aprire le porte a un nuovo umanesimo che vada oltre il “tecnologismo” o culto della macchina che annodi le corde della scienza e dell’arte, l’armonia di tutte le cose create, la corrispondenza tra grande e piccolo, il dialogo tra cielo e terra. Pitagora per primo definì con la parola “cosmos” quest’insieme, dove tutto è regolato dalla musica delle sfere, o meglio degli astri. I pianeti occupano nella partitura del cosmo le posizioni delle note come su un rigo musicale.

L’idea di un sublime contemporaneo nell’arte non può prescindere dall’idea di universo, un’idea di sublime cosmico che però non vada a soddisfare esclusivamente le attese di un’arte concettuale, che si occupa solo d’idee. L’opera di Yves Klein ad esempio appartiene di diritto al concetto di sublime. Lo stesso Klein invitava ad abitare lo spazio cosmico come la vita stessa con la propria sensibilità ossia inserendosi in esso con la forza formidabile dell’immaginazione. (Stefania Carrozzini)

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